Le preposizioni

La parola preposizione deriva dal latino “praeponere” che significa “porre davanti”. Con il termine “preposizione” in grammatica italiana si intende infatti quella parte invariabile del discorso, che viene fatta precedere (e che si riferisce) ad un nome, un pronome, un verbo o un avverbio, precisandone la funzione sintattica all’interno della frase. 

Esempi:

Mi alleno in palestra. (preposizione + nome)

Vengo con te. (preposizione + pronome)

Siamo pronti per partire. (preposizione + verbo)

Lavoro in quest’azienda da ieri. (preposizione + avverbio)

Le preposizioni hanno dunque la funzione di definire il legame tra parole e frasi. Si osservino gli esempi seguenti:

  1. Ho una sorpresa per te.
  2. Bisogna acquistare il biglietto per accedere all’evento.

Nel primo caso, la preposizione “per” viene premessa ad un pronome e collega due parole di una stessa proposizione o frase. Nel secondo caso, “per” introduce una frase subordinata finale, collegando così due proposizioni o frasi.

L’utilizzo delle preposizioni è un importante segnale che indica la presenza di un complemento indiretto (ma mai un complemento oggetto). 

Esempi:

Vado a scuola.

Corro nel parco.

Veniamo da una piccola cittadina.

L’insieme costituito dalla preposizione e dalla parola che la segue viene chiamato complemento preposizionale.

Esistono diversi tipi di preposizioni: le preposizioni proprie, che si dividono in semplici ed articolate, le preposizioni improprie e le locuzioni prepositive.

Le preposizioni proprie semplici

Le preposizioni semplici in italiano sono: di, a, da, in, con, su, per, tra, fra

La preposizione “di”

“Di” è soggetta ad elisione davanti alle parole che cominciano per “i” (per esempio: d’istinto, d’inverno, d’impeto) e spesso anche davanti ad altre vocali per formare delle espressioni fisse (per esempio: d’accordo, d’oro, d’obbligo, d’amore e d’accordo). Introduce diversi tipi di complementi indiretti, come ad esempio:

  • Il complemento di specificazione: la borsa di Luisa.
  • Il complemento di origine o provenienza: sono di Venezia.
  • Il complemento di causa: ride di gusto
  • Il complemento di materia: gli stivali di pelle.
  • Il complemento partitivo: qualcuno di voi
  • Il complemento di paragone: Marco è più alto di Giuseppe.
  • Il complemento di tempo: d’estate si lavora meno.
  • Il complemento di luogo: siamo usciti di casa.
  • Il complemento di peso o misura: una scatola di dieci chili.
  • Il complemento di abbondanza: la casa è piena di gente.
  • Il complemento di privazione: sono privo di energia.
  • Il complemento di argomento: abbiamo parlato di molte tematiche.
  • I complementi di agente e di causa efficiente: è sporco di fango.
  • Il complemento di qualità: Roberta è una donna di valore.

Se posta davanti ad un verbo all’infinito, la preposizione “di” collega due frasi e introduce delle proposizioni implicite

Esempi:

Nora dice di essere arrabbiata con te.

Ti prego di dirmi la verità.

Fiero di far parte di questo gruppo!

La preposizione “a”

La preposizione “a” acquisisce la “d” eufonica quando si trova davanti a parole che cominciano con la “a” oppure, meno frequentemente, con altre vocali (per esempio: ad agosto, ad essere sinceri, ad esempio). 

A seguito del processo di univerbazione (ovvero l’unione grafica di due parole, in origine separate, in un unico elemento) tra la “a” ed un’altra parola, molte di queste, aventi come lettera iniziale una consonante, hanno raddoppiato la consonante stessa. Ne sono un esempio: appena, apposta, affatto

Anche la preposizione “a” introduce diversi tipi di complementi indiretti, come:

  • Il complemento di termine: ho scritto a Maria.
  • Il complemento di luogo (stato o moto): vivo a Roma; vado a Bologna.
  • Il complemento di tempo: il negozio apre a mezzogiorno.
  • Il complemento di modo o maniera: a parole sembra tutto facile. –         Il complemento di prezzo: vendo questo zaino a dieci euro.

Se premessa ad un verbo all’infinito, “a” introduce diversi tipi di proposizioni.

Esempi:

Sono venuto a parlare con te.

Andiamo a fare una passeggiata.

A dire il vero, non è andata proprio così.

La preposizione “da”

La preposizione “da” introduce diversi tipi di complementi indiretti:

  • Il complemento di moto da/a/per luogo*: vengo da Torino; vado da Paolo; sono passato da via Verdi.
  • Il complemento di stato in luogo*: siamo da Mario per un aperitivo.
  • Il complemento di tempo: ti stiamo aspettando da un’ora.
  • I complementi di agente e di causa efficiente: sono stato punto da un’ape.
  • Il complemento di prezzo: questo è un computer da 1000 euro.
  • Il complemento di modo o maniera: Renata si atteggia da diva.
  • Il complemento di allontanamento o separazione: Davide è diverso da tutti gli altri.
  • Il complemento di fine o scopo: una macchina da cucire.

*nell’introdurre i complementi di luogo, “da” viene usato con i nomi di persona (da Piero), i pronomi (da te), le professioni (da un medico) e i locali (come ristoranti, bar, ecc.).

Seguito da un verbo all’infinito, anche “da” introduce una proposizione implicita.

Esempi:

Niccolò è matto da legare!

Ho ancora due capitoli da studiare.

Mi piaci da impazzire.

La preposizione “in”

Come avviene anche per le altre preposizioni semplici, “in” viene usata per collegare due elementi di una frase introducendo diversi tipi di complemento, come:

  • Il complemento di stato in luogo o moto a luogo (per Paesi, regioni, continenti o vie): abitiamo in Italia; andiamo in Asia.
  • Il complemento di tempo: ho finito il lavoro in due ore.
  • Il complemento di materia: una pentola in acciaio.
  • Il complemento di modo o maniera: fai in fretta.
  • Il complemento di misura: al ristorante eravamo in sei.
  • Il complemento di mezzo: ho viaggiato in aereo.
  • Il complemento di causa: hanno fatto una cerimonia in ricordo del presidente.
  • Il complemento di fine o scopo: sono corso in tuo aiuto.
  • Il complemento di limitazione: Giada è brava in fisica.

La preposizione “in” non viene usata per collegare tra loro delle proposizioni.

La preposizione “con”

Questa preposizione semplice introduce alcuni complementi indiretti. Ad esempio:

  • Il complemento di compagnia o unione: vado al matrimonio di Elisa con il mio fidanzato.
  • Il complemento di mezzo o strumento: ho medicato la ferita con il disinfettante.
  • Il complemento di modo o maniera: Laura mi ha risposto con garbo.
  • Il complemento di qualità: una ragazza con i capelli rossi.
  • Il complemento di causa: con la chiusura della fabbrica molta gente è rimasta senza lavoro.
  • Il complemento di tempo: con il buio (=quando fa buio) tutti tornano a casa.

Inoltre, “con” viene usata con i verbi all’infinito in forma sostantivata per introdurre una proposizione modale. 

Esempio: con l’arrivare della primavera, aumentano le allergie.

La preposizione “su”

Anche questa preposizione introduce diversi tipi di complementi indiretti, come ad esempio:

  • Il complemento di stato in luogo: il vaso è appoggiato su un davanzale ampio. –       Il complemento di moto a luogo: mi sono arrampicata su una parete altissima.
  • Il complemento di argomento: il video che guarderemo è su stereotipi e pregiudizi. –           Il complemento di modo o maniera: un vestito su misura.

Altri complementi introdotti da “su” in forma articolata sono:

  • Il complemento di tempo: arriverò sul tardi.
  • Il complemento di prezzo: quel giubbotto costerà sui cinquanta euro.
  • Il complemento di peso o misura: questa valigia peserà sui dieci chili. –        Il complemento di età: Anna è una donna sui quarant’anni.

Questi ultimi indicano principalmente una stima approssimativa, un’ipotesi, un qualcosa di incerto.

La preposizione “per”

La preposizione “per” ricorre frequentemente per indicare diversi tipi di complementi indiretti e proposizioni subordinate. Tra i primi, ci sono:

  • Il complemento di moto a/per luogo: domani parto per il Perù; sono passato per via Verdi stamattina.
  • Il complemento di tempo: ho studiato per tre ore.
  • Il complemento di mezzo o strumento: ti ho inviato il documento per e-mail.
  • Il complemento di causa: per la paura, Claudia non ha fatto nulla.
  • Il complemento di fine: ti contatto per un favore.
  • Il complemento di limitazione: questo è il prodotto migliore per qualità.
  • Il complemento di prezzo: ho comprato un paio di occhiali per soli cinquanta euro.
  • I complementi di vantaggio e di svantaggio: questa è un’associazione per gli animali abbandonati.
  • Il complemento di distribuzione: mettetevi in fila per due.

Tra le frasi subordinate introdotte da “per”, ritroviamo:

  • Le proposizioni finali: ti contatto per chiederti un favore.
  • Le proposizioni causali: è stato punito per aver infranto la legge.
  • Le proposizioni concessive: per quanto la tua proposta sia allettante, non posso accettare.
  • Le proposizioni limitative: per quanto ne so, all’incontro parteciperanno tutti.

Le preposizioni “tra / fra”

Le preposizioni “tra” e “fra” sono considerate del tutto intercambiabili in quanto veicolano lo stesso significato. La scelta dell’utilizzo di una preposizione invece che dell’altra è puramente fonetica. Introducono diversi tipi di complementi indiretti, come:

  • Il complemento di stato in luogo: il rifugio si trova tra le montagne.
  • Il complementi di tempo: ci vediamo tra una settimana.
  • Il complemento di compagnia o unione: è un ritrovo fra amici.
  • Il complemento partitivo: fra tutti, Giovanni è il ragazzo più simpatico.

Anche queste due preposizioni possono essere usate con un verbo all’infinito espresso in forma sostantivata

Esempio: tra il dire e il fare c’è di mezzo di mare.

Le preposizioni proprie articolate

Le preposizioni articolate sono il risultato dell’unione di una preposizione semplice con l’articolo determinativo

Oltre ad essere usate negli stessi casi e con gli stessi significati delle preposizioni semplici, le preposizioni articolate che si formano con “di” hanno anche un valore partitivo: indicano, cioè, una parte di un tutto, “un po’ di qualcosa”. Ad esempio: del pane, del formaggio, dell’acqua, delle persone, ecc.

Di seguito la tabella con le preposizioni articolate in italiano:

 diadainsu
ildelaldalnelsul
lodelloallodallonellosullo
ladellaalladallanellasulla
l’dell’all’dall’nell’sull’
ideiaidaineisui
glidegliaglidaglineglisugli
ledellealledallenellesulle

Le preposizioni semplici con, per, tra e fra, nell’italiano contemporaneo, non si legano agli articoli determinativi per formare una preposizione articolata, anche se sono frequenti e accettate alcune forme con “con”: col (con + il) e coi (con + i).

Quando usare le preposizioni articolate:

  • Del, al, dal, nel, sul: si usano negli stessi casi delle preposizioni semplici corrispondenti quando il nome che segue è maschile singolare e comincia per consonante (ad eccezione di x / z / y / gn / ps / s+consonante). 

Esempi:

La casa del nonno.

Una vacanza al mare.

Ho un appuntamento dal dentista.

Nel giro di un’ora.

Uno sguardo sul mondo.

  • Dello, allo, dallo, nello, sullo: si usano negli stessi casi delle preposizioni semplici corrispondenti quando il nome che segue è maschile singolare e comincia con x / z / y / gn / ps / s+consonante. 

Esempi:

La macchina dello zio.

Allo scadere del tempo.

Lui viene dallo Zimbabwe. 

I libri nello zaino.

La conchiglia è sullo scoglio.

  • Della, alla, dalla, nella, sulla: si usano negli stessi casi delle preposizioni semplici corrispondenti quando il nome che segue è femminile singolare e comincia per consonante. 

Esempi:

La festa della mamma.

L’inno alla gioia.

Veniamo dalla Cina.

Il cane è nella cuccia.

Un documentario sulla Prima Guerra Mondiale.

  • Dell’, all’, dall’, nell’, sull’: si usano negli stessi casi delle preposizioni semplici corrispondenti quando il nome che segue è maschile singolare o femminile singolare e comincia per vocale.

Esempi:

Le proprietà benefiche dell’acqua.

All’ultimo secondo.

Dall’oggi al domani.

C’è un buon profumo nell’aria.

Il villaggio sull’isola.

  • Dei, ai, dai, nei, sui: si usano negli stessi casi delle preposizioni semplici corrispondenti quando il nome che segue è maschile plurale e comincia per consonante (ad eccezione di x / z / y / gn / ps / s+consonante). 

Esempi:

Ho bisogno dei tuoi consigli.

Gli spaghetti ai frutti di mare.

Si impara dai propri errori.

Nei momenti difficili.

Una ragazza sui trent’anni.

  • Degli, agli, dagli, negli, sugli si usano negli stessi casi delle preposizioni semplici corrispondenti quando il nome che segue è maschile plurale e comincia per x / z / y / gn / ps / s+consonante o per vocale. 

Esempi:

Il passare degli anni.

Il preside parla agli studenti.

La bambina dagli occhi verdi.

Un viaggio negli Stati Uniti.

Gli spettatori sono sugli spalti.

  • Delle, alle, dalle, nelle, sulle: si usano negli stessi casi delle preposizioni semplici corrispondenti quando il nome che segue è femminile plurale. 

Esempi:

Mi servono delle uova.

Siamo alle solite.

Vado dalle sorelle Gadioli.

Sono nelle tue mani.

Sulle note di questa canzone.

Le preposizioni improprie

Le preposizioni improprie vengono definite tali in quanto grammaticalmente possono svolgere più di una funzione ed essere usate anche come aggettivi, congiunzioni o avverbi, a seconda dell’utilizzo che se ne fa all’interno della frase. Non ammettono la forma articolata. 

Le preposizioni improprie più comuni sono: sopra, sotto, vicino, lontano, dentro, fuori, davanti, dietro, prima, dopo, senza, lungo, mediante, tramite, nonostante, presso, oltre, riguardo, secondo, tranne

Prendiamo come esempio “dopo”:

  1. Dopo essermi svegliata, ho fatto la doccia.
  2. Ti chiamo dopo.
  3. Mi sento sempre pieno di energia dopo la colazione.

Nel primo caso, “dopo”, dal momento che introduce una proposizione implicita, è una congiunzione.

Nel secondo caso si tratta di un avverbio di tempo, infatti viene utilizzato da solo e non in combinazione con altri elementi.

Infine, nel terzo esempio, “dopo” viene utilizzato come preposizione impropria e crea un legame logico tra due parole introducendo un complemento indiretto.

In alcuni casi, le preposizioni improprie, per essere usate come tali, devono essere abbinate ad altre preposizioni semplici o articolate. Ne è un esempio sopra che, se precede un pronome personale, deve essere usata con “di” (c’è un cielo grigio sopra di noi).

Davanti usato in forma preposizionale deve essere seguito dalla preposizione “a” (davanti alla finestra). La forma senza preposizione non è del tutto scorretta ma è poco frequente nell’italiano contemporaneo.

Dietro in forma preposizionale viene fatto seguire da “di” in presenza di un pronome personale (sono dietro di te), mentre in presenza di un sostantivo sono corrette sia la forma con la preposizione “a” (usata specialmente con i verbi di movimento) che quella senza (preferibile in tutti gli altri casi). Ad esempio: sto camminando dietro a Lucia – la giacca è dietro la porta.

Le locuzioni prepositive

Le locuzioni prepositive (o preposizionali) sono gruppi di due o più parole utilizzate come un tutt’uno con funzione di preposizione. Queste combinazioni di parole possono essere: 

  • Una preposizione impropria + una preposizione propria: vicino a, lontano da, dopo di, prima di, fuori da / di, dentro di, oltre a, riguardo a, senza di, insieme a / con, accanto a.
  • Avverbi + preposizioni: diversamente da, in quanto a, conformemente a, indipendentemente da, differentemente da.
  • Sostantivi + preposizioni: in cima a, in compagnia di, di fronte a, per colpa di, a nome di, a causa di, con il fine di, per mezzo di, in mezzo a, a carico di, con la scusa di.

Esempi:

Sono arrabbiata con te a causa del tuo comportamento.

Fabiana vuole andare a vivere lontano da tutto e da tutti.

Conformemente alle misure di sicurezza, dovete indossare il caschetto. 

Vado al mare in compagnia dei miei amici. 

Non puoi mentire di fronte all’evidenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto