Le congiunzioni

Le congiunzioni sono parti invariabili del discorso che permettono di collegare tra loro due elementi di una proposizione, per esempio sostantivi, avverbi, pronomi, avverbi, oppure due proposizioni di un periodo, costituito ad esempio da una proposizione principale e da una coordinata o da una proposizione principale e da una subordinata. 

Si osservino gli esempi seguenti:

  1. Daniele e Paola si sono sposati a maggio.
  2. A ottobre mi sono laureato e ho trovato lavoro in banca.

In entrambi i casi, “e” è una congiunzione che collega, nel primo esempio, due nomi di una stessa proposizione (costruita intorno al verbo “sposarsi”), mentre, nel secondo esempio, una proposizione principale e una coordinata (costruite intorno ai verbi “laurearsi” e “trovare”, formando così un periodo o frase).

Forme e funzioni delle congiunzioni

In base alla forma che presentano, è possibile distinguere le congiunzioni in:

  • Semplici: quando sono costituite da un’unica parola. Per esempio: e, o, perché, dunque, anche, ma, che, se, pure, quando, come, allora.
  • Composte: quando sono costituite da più parole soggette a univerbazione, cioè l’unione grafica di due o più parole, in origine separate, in un unico elemento. Per esempio: eppure (e + pure), perciò (per + ciò), neanche (né + anche), affinché (a + fin + che), oppure (o + pure), sebbene (se + bene).
  • Locuzioni congiuntive: quando c’è una sequenza di parole, scritte separatamente, con valore di congiunzione. Per esempio: prima che, anche se, in quanto a, dato che, visto che, in modo da, al fine di, vale a dire.

Dal punto di vista della funzione svolta, invece, le congiunzioni possono essere:

  • Coordinanti (o coordinative): quando collegano due elementi dello stesso tipo all’interno di una proposizione o due proposizioni poste sullo stesso piano di relazione, cioè in un rapporto di coordinazione, all’interno di un periodo.  

Esempi:

Preferisci il tè o il caffè?

Ho fatto il bucato, inoltre ho pulito la cucina.

  • Subordinanti (o subordinative): quando, all’interno di un periodo, congiungono una proposizione principale con una proposizione subordinata o secondaria, cioè due proposizioni caratterizzate da un rapporto di dipendenza, in cui la frase introdotta dalla congiunzione subordinante non è autonoma, bensì dipende dalla principale.

Esempi: 

Non siamo usciti perché c’era brutto tempo.

Mentre preparavo il pranzo, è squillato il telefono.

Di seguito verranno analizzati nel dettaglio i diversi tipi di congiunzioni coordinative e subordinative presenti in italiano.

Le congiunzioni coordinanti

In base al significato che esprimono, le congiunzioni coordinanti si dividono in diversi gruppi:

  • Congiunzioni copulative: esprimono un’aggiunta di elementi posti sullo stesso piano in quanto a importanza. Si tratta di: e, anche, pure, inoltre, neanche, nemmeno, neppure.

Esempi:

Per cena abbiamo mangiato il risotto e l’arrosto.

Il centro commerciale è sempre aperto, anche nei giorni festivi.

Non ho avuto paura, nemmeno per un momento.

  • Congiunzioni disgiuntive: introducono un’alternativa tra due elementi, in cui la scelta dell’uno presuppone l’esclusione dell’altro. Si tratta di: o, oppure, altrimenti.

Esempi:

Vai al lavoro in macchina o con i mezzi pubblici?

Studia, altrimenti prenderai un brutto voto!

Ti chiamo io oppure mi chiami tu?

  • Congiunzioni avversative: esprimono un contrasto, legando due parole o proposizioni che sono in contrapposizione tra loro. Si tratta di: ma, però, tuttavia, piuttosto, anzi, invece, bensì, eppure.

Esempi:

Sarei venuta alla festa ma dovevo lavorare.

Non mi sono schierata contro di te, anzi ti ho dato ragione.

L’appartamento mi piace, tuttavia è troppo lontano dal centro.

  • Congiunzioni conclusive: introducono una conclusione, un risultato dovuto ad un’azione o situazione. Si tratta di: quindi, allora, perciò, dunque.

Esempi: 

Ero dispiaciuto per il mio comportamento di ieri sera, quindi gli ho chiesto scusa.

Sono al verde, perciò devo tagliare le mie spese.

Mi sto annoiando, dunque me ne torno a casa.

  • Congiunzioni correlative: esprimono una relazione tra due elementi. Si tratta di: sia… sia/ che…, né… né…, o…. o…, non solo… ma anche… Esempi:

Ho comprato sia la borsa nera sia quella rosa.

Non amo la carne i salumi.

Abbiamo affittato la casa non solo per tutto il mese di giugno, ma anche per le prime due settimane di luglio.

  • Congiunzioni esplicative o dichiarative: introducono una spiegazione, un chiarimento a ciò che è stato detto. Le più comuni sono: infatti, cioè, difatti, ovvero, più alcune locuzioni congiuntive come vale a dire, sarebbe a dire, in altre parole.  

Esempi: 

Questo strumento è un barometro, ovvero misura la pressione atmosferica.

Lisa e John sono anglofoni, cioè parlano inglese.

Fabio non ha superato l’esame finale, in altre parole è stato bocciato.

Appartiene a questa categoria anche la congiunzione dichiarativa che, la quale introduce però una proposizione subordinata esplicita, collegata alla proposizione principale dai due punti grafici.

Esempio: Aspettavo solo questo: che ti mostrassi per ciò che sei veramente.

Le congiunzioni subordinanti

Le congiunzioni subordinanti introducono una proposizione secondaria che si trova in un rapporto di dipendenza rispetto alla principale. Anche in questo caso, è possibile raggrupparle in diverse categorie:

  • Congiunzioni causali: introducono una motivazione, una causa per cui un’azione o una situazione possono o non possono verificarsi. Le più comuni sono: perché, poiché, siccome, giacché, che (o ché). Esistono inoltre molte locuzioni congiuntive, ad esempio: visto che, dato che, per il fatto che, per il motivo che, dal momento che. Le proposizioni causali introdotte da siccome precedono sempre la proposizione principale, mentre quelle introdotte da perché o che la seguono sempre.

Esempi:

Ora ho molta fame dato che non ho fatto colazione stamattina.

Oggi non lavoro perché è un giorno di festa.

Siccome non avevano prove, i carabinieri non hanno potuto arrestarlo.

  • Congiunzioni temporali: introducono una proposizione temporale che esprime un rapporto di anteriorità, contemporaneità, o posteriorità con la proposizione reggente. Si tratta di: quando, mentre, che, appena/ non appena, prima che, dopo che, da che, ora che, finché.

Esempi:

Devo fare un salto al supermercato prima che arrivino gli ospiti.

Non appena avrò notizie certe, ti chiamerò.

Finché non mi dici cosa è successo, non posso aiutarti.

  • Congiunzioni finali: servono per introdurre una frase che indica uno scopo, un obiettivo, una finalità. Si tratta di: perché, affinché, così che (o cosicché), in modo che. Queste congiunzioni sono sempre accompagnate da un verbo al congiuntivo.

Esempi:

Il capo ha programmato una riunione, così che possiamo discutere di tutte le questioni urgenti.

Ho consegnato il testo al professore perché me lo corregga.

Cerco di mettere a proprio agio i miei ospiti, affinché si sentano a casa.

  • Congiunzioni concessive: introducono le corrispondenti proposizioni concessive esplicite per indicare che un’azione o situazione si verificano nonostante ciò che viene espresso nella frase secondaria. Le più comuni sono: benché, seppur(e), sebbene, malgrado, anche se, per quanto, nonostante (che). Tutte queste congiunzioni ad eccezione di “anche se” richiedono obbligatoriamente l’uso del congiuntivo.

Esempi:

Benché lui non si sia scusato, sono disposta a perdonarlo.

Ilaria si è presentata all’esame anche se non aveva studiato.

Sebbene fosse molto stanca, Veronica uscì con le sue amiche.

  • Congiunzioni comparative: introducono un paragone di maggioranza, minoranza o uguaglianza tra due o più elementi, espressi attraverso delle proposizioni comparative esplicite (con il verbo di modo finito) o implicite (con il verbo di modo indefinito). Si tratta delle congiunzioni che, come e delle locuzioni congiuntive piuttosto che/ di, (più/ meno) di quanto/ di come/ di quello che, così come, come se.

Esempi:

Preferisco nuotare piuttosto che sciare.

Parlare con te è come parlare al muro. 

Lo spettacolo è stato più coinvolgente di quanto pensassi. 

  • Congiunzioni relative: così come i pronomi relativi, allo stesso modo le congiunzioni relative servono a introdurre una proposizione subordinata relativa esplicita o implicita e hanno anche una funzione anaforica, cioè richiamano un nome precedentemente menzionato (o sottinteso) nella proposizione principale. Si tratta di: quando, come, (di/ da/ fin/ per) dove, dovunque/ ovunque

Esempi:

Questa è la città dove (=in cui) ho trascorso i miei anni universitari.

Il luogo per dove (=per il quale) siamo passati era la città natale dei miei genitori. 

Luca mi ha chiamato proprio quando (=nel momento in cui) stava iniziando il film.

  • Congiunzioni consecutive: introducono delle proposizioni consecutive esplicite che esprimono la conseguenza determinata da un’azione o situazione espressa dalla principale. Le più frequenti sono: (così/ talmente…) che, sicché, cosicché, tanto che, al punto che.

Esempi:

Ho così fame che mangerei un elefante.

Avevano idee troppo diverse, sicché decisero di separarsi.

Era talmente agitato al punto che iniziò a tremare.

  • Congiunzioni interrogative: introducono una domanda indiretta in relazione a ciò che è stato detto nella proposizione principale. Si tratta di: se, quando, quanto, come, perché. Eventualmente possono essere precedute da una preposizione semplice o articolata. 

Esempi:

Mi chiedo come Gaia abbia fatto a ottenere quel lavoro.

Ci sono ancora dei dubbi sul perché lui abbia agito in quel modo.

Non so quando inizi il festival.

  • Congiunzioni condizionali: introducono una proposizione condizionale esplicita che esprime una condizione necessaria alla realizzazione di un’azione o situazione. Sono accompagnate da un verbo al congiuntivo. La più comune è se, ma ritroviamo anche qualora, laddove, nel caso in cui, a condizione che, a patto che, nel caso in cui, purché.

Esempi:

Parteciperò alla conferenza a condizione che ci sia anche tu.

Se avessi più tempo libero, mi iscriverei ad un corso di yoga.

Ti presto il libro purché tu me lo restituisca.

  • Congiunzioni eccettuative: indicano un’eccezione rispetto a quanto espresso precedentemente. Appartengono a questa categoria: fuorché

(utilizzato solo in proposizioni implicite con verbi di modo indefinito), che e le locuzioni tranne che, eccetto che, ad eccezione che, salvo che, se non che, a meno che.

Esempi:

Questo è ciò che faremo, a meno che qualcuno non abbia un’idea migliore.

Potevo sopportare tutto fuorché essere trattato in quel modo.

Non farò nulla salvo che ottenga prima il tuo permesso.

  • Congiunzioni esclusive: introducono delle proposizioni esplicite o implicite che esprimono la mancata realizzazione di un’azione o situazione. Si tratta di senza, seguita da un verbo all’infinito, e della locuzione senza che, accompagnata da un verbo al congiuntivo.

Esempi:

Mi hanno iscritto al corso senza che io ne sapessi nulla.

Roberto è andato al colloquio senza essersi nemmeno preparato. 

A volte facciamo delle cose senza esserne consapevoli.

Congiunzioni limitative: introducono delle proposizioni esplicite o implicite che specificano il limite, l’ambito ristretto entro cui una determinata azione o situazione si verificano. Si tratta di: che, a quanto, per quanto, (in) quanto a, per quel(lo) che, secondo quanto

Esempi: 

Quanto a ciò che è stato detto, io mi dissocio.

A quanto ne so, solo tre persone si sono presentate all’esame.

Secondo quanto sarebbe emerso dalle prime indagini, la vittima e l’aggressore si conoscevano.

Una forma, diverse funzioni

È importante ricordare che alcune congiunzioni possono assumere funzioni diverse pur avendo la stessa forma. Per capire di che tipo di congiunzione si tratta, è necessario fare riferimento al contesto e agli altri elementi della frase.

Prendiamo l’esempio di che. Oltre ad essere un aggettivo e un pronome interrogativo/ esclamativo e un pronome relativo, “che” può rappresentare diversi tipi di congiunzione ed avere dunque diverse funzioni:

  • Subordinativa generica per introdurre proposizioni dichiarative: sono sicuro che accetterai la mia proposta.
  • Causale: sbrigati che siamo in ritardo.
  • Temporale: sono tornata a casa che non erano ancora le nove.
  • Comparativa: in casa mi piace di più fare il bucato che stirare.
  • Consecutiva: ero così stanco che mi sono addormentato in treno.
  • Eccettuativa: Lara non ha fatto altro che lamentarsi.
  • Limitativa: che io sappia, Daniela si è sposata poco tempo fa.

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